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le nostre campagne

le nostre campagne

Il lavoro di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza è una misura estremamente rilevante per chi è in condizioni di povertà. Il suo limite principale è la connessione con il lavoro perché domanda di lavoro inevasa da parte delle imprese non c’è. Non c’è soprattutto nel Mezzogiorno. Quindi, è alto il rischio di resa sul fronte occupazionale: per milioni di persone, in specie giovani qualificati, in particolare nel Mezzogiorno, potenzialmente in grado di contribuire attivamente alla propria comunità drammaticamente sofferente per tanti bisogni insoddisfatti. La stragrande maggioranza dei Comuni italiani ha progetti canteriabili e gli investimenti pubblici, in una strategia di redistribuzione del tempo di lavoro a parità di retribuzione, sono la componente più efficace per dare ossigeno all’economia reale e promuovere piena e buona occupazione.

Proponiamo di sostituire programmi di Lavoro di Cittadinanza al “Reddito di Cittadinanza”. I programmi di Lavoro di Cittadinanza sono destinati alle persone nelle condizioni economiche e sociali previste per i beneficiari del Reddito di Cittadinanza.

I Comuni coinvolti si fanno carico delle spese organizzative. I programmi, finanziati con le risorse previste per il Reddito di Cittadinanza, sono selezionati attraverso un bando nazionale. L’importo spettante per la prestazione di “Lavoro di Cittadinanza” è pari all’importo massimo del Reddito di Cittadinanza al quale si aggiunge la contribuzione previdenziale ordinaria.

I programmi finanziabili devono essere finalizzati, a seconda delle abilità e competenze dei lavoratori coinvolti nel programma, alla fornitura di servizi di cura dell’ambiente (naturale e storico), delle persone e della comunità. Sono in aggiunta, non in alternativa, ai servizi che l’amministrazione pubblica deve garantire.

I progetti possibili:
1) attività di ristrutturazione di immobili pubblici da adibire a case di quartiere, dove organizzare attività gratuite per le fasce più bisognose della popolazione, bambini e anziani, in orari scoperti rispetto ai turni di lavoro;
2) attività di supporto allo studio e ludico-ricreative e sportive;
3) catalogazione e digitalizzazione degli archivi di musei e biblioteche civiche;
4) servizio di sorveglianza e guida presso musei, biblioteche, siti pubblici di interesse storico e artistico privi di presidio o non fruibili al pubblico del tutto o solo parzialmente; 5) recapito domiciliare di spesa alimentare o farmaceutica per gli anziani;
6) messa in sicurezza del territorio da rischio idrogeologico;
7) coltivazione e cura di orti e giardini cittadini.

Una casa per ogni famiglia

I dati sulle famiglie in precarietà abitativa sono agghiaccianti: 650.000 famiglie collocate nelle graduatorie comunali, quindi certificate dai comune come aventi diritto ad una casa di edilizia residenziale pubblica a canone sociale; tra le 60.000 e le 70.000 le sentenze di sfratto emesse ogni anno, nel 90% motivate da morosità incolpevole; circa 35.000 gli sfratti eseguiti ogni anno con l’ausilio della forza pubblica. L’Italia ha, in rapporto alla media europea calcolata sul patrimonio residenziale, circa un quarto di appartamenti di edilizia residenziale pubblica. Sono almeno due decenni che è assente qualsivoglia programma nazionale per l’edilizia residenziale pubblica.

Programmi di edilizia residenziale pubblica:

Il diritto all’abitare è diritto fondamentale, da includere nell’insieme delle prestazioni essenziali da garantire, tanto più in una fase storica segnata da lavori precari e sottopagati e da un diffuso e elevato livello di disoccupazione. L’alloggio sociale si configura, quindi, come servizio di interesse generale. Le politiche pubbliche devono garantire un alloggio salubre e adeguato a nuclei famigliari che non hanno possibilità, per motivi economici di accedere al mercato. l soggetti promotori dei programmi di edilizia residenziale pubblica sono lo Stato, le Regioni e i Comuni, nonché gli istituti o enti pubblici regionali operanti nel settore dell’edilizia residenziale pubblica e i soggetti pubblco/privato che realizzano interventi per alloggi sociali a canone agevolato.

I programmi di edilizia residenziale pubblica di interesse nazionale sono destinati alle famiglie nelle graduatorie per un’abitazione a canone sociale e a particolari categorie quali gli studenti fuorisede. I programmi di edilizia residenziale pubblica sono vincolati a “consumo di suolo zero”, all’utilizzo di materiali ecocompatibili e fonti di energia rinnovabile e alla rimozione delle barriere architettoniche. Negli ambiti di trasformazione urbana è prevista la cessione gratuita di aree o immobili da destinare a edilizia residenziale pubblica, in rapporto al valore  e all’entità della trasformazione.

L’obiettivo primario di politiche abitative pubbliche è il recupero di immobili pubblici inutilizzato o in stato di degrado anche attraverso l’autorecupero. Viene istituito l’Osservatorio nazionale della condizione abitativa necessario per dotare l’Italia di un supporto indispensabile per politiche abitative che siano adeguate al fabbisogno reale;

Viene istituito un unico canale di locazione, basato sugli accordi locali tra associazioni dei proprietari e sindacati inquilini e mantenendo la cedolare secca ai soli contratti agevolati. I contratti di locazione a libero mercato possono essere stipulati esclusivamente per immobili di lusso e di pregio. Per il contrasto alle locazioni in nero, è previsto che i corrispettivi delle locazioni siano pagati in maniera tracciabile ad esclusione delle locazioni di edilizia residenziale pubblica e delle grandi proprietà edilizie.

LE città che vogliamo

roma


Lo stato in cui versa Roma, la Capitale del nostro Paese è preoccupante. Uno stato di cose drammatico che deriva dalle scelte dei governi nazionali ma anche dalle giunte degli ultimi anni a guida PD e M5S. La situazione politica cittadina appare complicata e forse compromessa. Il PD a guida Zingaretti mantiene una continuità di linea politica e di gruppo dirigente, una gestione politica che ha ridotto il centro-sinistra a rappresentare i ceti più benestanti dei quartieri residenziali e del centro storico (“il partito della ZTL”). Il M5S che pure alle scorse amministrative ha ricevuto ampi consensi nelle periferie della nostra città non si è dimostrato all’altezza della svolta che i ceti popolari romani si aspettavano. E sembra orientato a riproporre di nuovo come candidata a sindaco Virginia Raggi senza un’autocritica e senza discontinuità politica.Come Patria e Costituzione non crediamo che un antifascismo di maniera ed una politica che non dà risposte alle vecchie e nuove emarginazioni e povertà possano convincere i ceti popolari ad abbandonare l’astensionismo, oppure il voto di protesta alla destra.

Non c’è da liberare Roma solo dall’ultima giunta ma anche dalla politica liberista del centro-sinistra. Occorre un progetto di rinascita della nostra città che parta dalle istanze delle periferie e dei ceti popolari, che affondi le sue radici nei principi di solidarietà della nostra Costituzione.Per questo siamo tra i promotori del progetto avviato con le assemblee cittadine del novembre scorso e di sabato 2 maggio che hanno promosso la costruzione di “RomaVentuno”: un progetto fondato su una coalizione sociale, una coalizione di progetto, non un ennesimo partito, non un cartello elettorale, ma una coalizione che definisca i suoi progetti per la Capitale ed avvii da subito iniziative.

Una presenza autonoma da articolare e continuare a radicare in città, per dare espressione e fare pesare la voce degli “invisibili”, delle periferie economiche e sociali, del lavoro sempre più svalutato, con un programma di ricostruzione morale, istituzionale e economica di Roma capitale della Repubblica. Una coalizione sociale che deciderà democraticamente, man mano che il contesto politico cittadino si chiarirà, le proprie scelte anche per le elezioni amministrative del prossimo anno. Per costruire RomaVentuno, nonostante le restrizioni dovute al Covid-19, è decisivo rafforzare il suo radicamento nei Municipi e, al contempo, allargare il confronto su tre assi programmatici: le politiche sociali; le politiche ambientali e del lavoro; gli assetti istituzionali di Roma Capitale e la partecipazione democratica. Occorre delineare un progetto complessivo per la riconversione ecologica della città a partire dalle periferie, per il lavoro, per la solidarietà.

Nel nostro progetto i Municipi devono diventare, parallelamente alla costituzione di organismi democraticamente eletti per la gestione della Città metropolitana, veri e propri Comuni. Serve una vera e propria fase costituente per la nostra città che deve tornare ad essere modello e reale capitale per l’Italia. Stiamo lavorando a questo progetto con singoli militanti, associazioni, comitati, reti di solidarietà, sindacati e intellettuali. Nelle prossime settimane RomaVentuno indirà una nuova assemblea cittadina per verificare il percorso compiuto fin qui e stabilire le prossime tappe dell’impegno per la nostra città.

torino


A Torino il gruppo di Patria e Costituzione è l’anima del progetto denominato “Nuova Proposta Ambientale e Sociale” in vista delle Comunali del prossimo anno. Lunedi 22 giugno u.s. si è tenuta una riunione di”Nuova proposta sociale e ambientale ” in teleconferenza per la seconda volta in 15 giorni. Abbiamo discusso di temi molto importanti a partire dalla questione della sanità che deve tornare pubblica ed efficiente su tutto il territorio nazionale. Il covid 19 ha dimostrato la fragilità del sistema regionalizzato e in gran parte privatizzato. Sulla sanità bisognerà investire ingenti risorse e soprattutto dovrà tornare ad essere di competenza statale. Occorre puntare sulla prevenzione e sulla medicina di territorio per creare una relazione razionale ed efficiente con la rete ospedaliera. Basta con i tagli, basta con l’austerità! E poi abbiamo parlato di come rilanciare un progetto di sinistra che parta dal basso e che punti ad affermare un’idea di società dove la giustizia sociale sia il punto centrale di un programma politico insieme alla lotta contro le disuguaglianze.

Abbiamo avuto il primo di una serie di incontri, avendo come ospite Marco Grimaldi, consigliere regionale del piemonte di Liberi Uguali e Verdi, con cui abbiamo parlato della necessità di lanciare una campagna contro la precarietà per affermare il diritto a lavoro . L’idea è quella di istituire ” il lavoro di cittadinanza “, rilanciando il principio” lavorare meno, lavorare tutti” e riducendo l’orario di lavoro a parità di salario, con i dovuti incentivi agli enti pubblici e per le aziende private. Sosteniamo, inoltre l’idea di creare un osservatorio politico, come spazio e luogo di discussione nella coalizione riformatrice per fare sintesi di idee e programmi di cambiamento. Una sorta di laboratorio delle idee dove tutti si potranno esprimere e dove si possa fare politica a prescindere dall’appartenenza a un partito.

L’obiettivo è far parlare i cittadini che vogliono contare nella costruzione di una soggettività plurale, inclusiva e veramente democratica, unita da un progetto condiviso e che abbia come punti centrali il diritto al lavoro, la trasformazione in senso ecologico dell’economia; una diversa politica degli orari, dei tempi di vita e di lavoro anche attraverso forme nuove di mobilità e di spostamento per la Città Metropolitana torinese. Partiamo da Torino per lanciare questa idea di un osservatorio politico che proponiamo come spazio aperto per avviare un lavoro di sintesi e di riaggregazione . Su Torino a settembre faremo un seminario aperto per discutere dei problemi della città e per proporre soluzioni adeguate ai bisogni delle persone più deboli e per una nuova fase di sviluppo economico e sociale.
(Mimmo Gallo, Giuseppe Davicino)

napoli


Vogliamo contribuire a  costruire  una città più equa, puntando sui legami, sulle esperienze e le competenze, vogliamo elaborare un modello di governo ampio e partecipato e contemporaneamente più efficace e concreto.

Sappiamo, come in ogni metropoli,  di dover affrontare nodi  difficili : la riqualificazione urbana, la cura del territorio, i trasporti, l’offerta dei servizi, i tempi, la costruzione di una città accogliente.  È per noi fondamentale il coinvolgimento attivo di energie di cittadinanza, di comitati, di movimenti, di spazi liberati, di istanze organizzate che crescono e rappresentano ricchezza e futuro. Napoli è una città dalla particolare configurazione.
I quartieri di periferia sono gli ex vecchi casali indipendenti già in epoca ducale nel Medioevo, poi comuni aggregati, che conservano una forte identità culturale. Da questi territori , da queste comunità,parte la nostra discussione e la costruzione di un progetto politico collettivo che vuole essere in campo nelle prossime elezioni comunali del 2021, sia come proposta politica sia come rappresentanza .

palermo


Palermo negli ultimi anni si è distinta per la cultura della legalità, cresciuta specialmente nelle giovani generazioni, e per le politiche dell’accoglienza, ma moltissimi sono gli ambiti in cui è necessario impegnarsi molto per migliorare la qualità di vita dei palermitani e dei tanti turisti. In primo luogo per essere vivibile una città deve essere pulita, quindi vogliamo impegnarci per incrementare la percentuale della raccolta differenziata in città e più in generale per la tutela dell’ambiente e del verde. Siamo contro l’impianto incondizionato del 5G sino a quando non si avranno dati certi che questo non danneggi la salute pubblica. Vogliamo ridurre l’inquinamento atmosferico con la ZTL, ma limitandone le fasce orarie in modo da trovare un giusto equilibrio con le attività commerciali che ne hanno subito le conseguenze.

Siamo favorevoli alla pedonalizzazione del centro della città. Inoltre riteniamo fondamentale migliorare di molto il servizio del trasporto pubblico, in modo da poter ridurre l’uso caotico delle auto potendo contare sulla puntualità dei mezzi pubblici, finalizzare il percorso del Tram e metro in modo da collegare le vaste ed emarginate periferie della città con il centro. Le periferie richiedono uno sforzo notevole per la riqualificazione non solo sul piano fisico ma anche sul piano culturale. Le scuole, la sanità al momento sono carenti per le condizioni delle strutture edilizie e per mancanza delle risorse basilari quindi occorre il massimo impegno per far fronte all’emergenza, per venire incontro alle esigenze anche dei più deboli come le persone con disabilità. Ma il problema più scottante a Palermo è la mancanza di lavoro, l’elevata disoccupazione, situazione aggravata dal Covid19 per cui molta parte dei giovani e quindi di cervelli si trova costretta ad emigrare dopo gli studi alla ricerca di fortuna fuori dalla Sicilia e per cui molti settori produttivi, tra cui il turismo o la ristorazione, hanno subito un duro colpo, tale da non riuscire a ripartire o dover licenziare il personale dipendente. Occorrono investimenti per rilanciare le poche piccole e medie imprese, riduzione della pressione fiscale, anche per incentivare le Start-up, la stabilizzazione di molti lavoratori tenuti precari a vita tra cui dipendenti della pubblica amministrazione, docenti e giudici onorari.

Noi crediamo nella forza e capacità dei siciliani. Lo Stato dovrebbe intervenire non con assistenzialismo (600 euro al mese), ma con investimenti per creare imprese e lavoro al sud. Così come dovrebbe intervenire per le infrastrutture in gran parte fatiscenti, per ricostruire le autostrade, rifare la rete ferroviaria, i ponti a rischio di crollo. Ma siamo ben consapevoli che tutto questo non è realizzabile con le politiche neoliberiste messe in atto da questa Unione Europea e dai partiti che vogliono ricorrere al Mes. Quindi i nostri interlocutori qui a Palermo sono tutte le forze critiche nei confronti delle politiche messe in atto dall’UE, dei trattati ed anche che non condividono il meccanismo dell’euro. Stiamo quindi dialogando con parte del M5S e con associazioni e movimenti che condividono questa posizione critica e che con noi vogliono costruire una nuova società basata sulla difesa dei diritti costituzionalmente riconosciuti, primi tra tutti il lavoro, la libertà di espressione e la democrazia, la giustizia e l’uguaglianza sociale per dare un futuro a questo mezzogiorno periferia d’Italia.

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